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VALDINIEVOLE STORICA
di Giancarlo Fioretti
I grandi del passato in Valdinievole: Coluccio Salutati e la sua inestimabile eredità culturale

10/1/2016 - 12:20

Inauguriamo oggi una nuova rubrica di Valdinievole Oggi: ogni domenica pubblicheremo un ritratto di un personaggio storico legato alla Valdinievole firmato dal nostro collaboratore Giancarlo Fioretti. Buona lettura!

 

Una volta giunti nel paesino di Stignano, dopo aver percorso una ripida e tortuosa stradina con vedute emozionanti, si stenta a credere che fra queste case quasi tutte in pietra sia passata la storia. Più che passata, potremmo dire, che una parte della storia d'Italia abbia mosso di qui i primi passi.

 

Nel 1331 nacque infatti a Stignano Coluccio Salutati, appunto in una di quelle case in pietra che ancor oggi mantengono quasi intatta (almeno all'esterno) la loro struttura medioevale. Dopo pochi giorni dalla nascita era già un piccolo profugo, simile a quelli che oggi vediamo nei tg mentre con ogni mezzo vengono trascinati via dai loro genitori in fuga dalle guerre.

 

A Stignano allora non c'era la guerra, ma tirava comunque una brutta aria per via delle contese politiche fra guelfi e ghibellini e fra guelfi delle varie fazioni. Giusto il tempo delle prime poppate e via... per il povero Coluccio si aprirono davanti i sentieri dell'Appennino. Destinazione Bologna. In Emilia la famiglia Salutati trova la protezione dell'illustre casata dei Pepoli (quella che fra le altre cose dà il nome a Castiglione..) e il piccolo Coluccio cresce, studia e si laurea. Diventa notaio, in un'epoca in cui i notai avevano un prestigio ed un'importanza stellare.

 

Fra un atto e l'altro tuttavia, coltiva quella che è la passione della sua vita:; la letteratura. Coluccio ha peraltro la fortuna di vivere in un periodo nel quale sono in attività calibri da novanta come Petrarca, Boccaccio, Poggio Bracciolini e Leonardo Bruni. Di Petrarca fu amico, mentre di Boccaccio si riteneva un discepolo. Dopo secoli di difficoltà, i letterati italiani si riavvicinavano al mondo dei classici con un impeto e una curiosità impareggiabile, ed anche Coluccio, seppur in altre faccende affaccendato, seppe dare il suo contributo a questo processo culturale in seguito denominato 'umanesimo'. 

 

Sì, perché smessi gli abiti del notaio (che in realtà forse mai l'avevano appassionato), indossò quelli del politico, diventando cancelliere di importanti città come Todi, Lucca ma soprattutto Firenze. Correva l'anno 1374 quando Salutati diventò Cancelliere della repubblica fiorentina. Solo la morte lo avrebbe fatto decadere dopo oltre 30 anni.

 

A Firenze, pur dovendo affrontare per oltre dieci anni il ringhio di Gian Galeazzo Visconti duca di Milano, Coluccio seppe lasciare la sua impronta indelebile al mondo della letteratura. Morto infatti il molesto lombardo grazie ad un'epidemia di peste, l'interesse del Salutati sterzò dalla politica alle lettere. Fu infatti l'artefice della reintroduzione in Italia dello studio del greco antico, accantonato per oltre otto secoli. In virtù di ciò, molte opere che parevano perdute saltarono fuori dalle biblioteche dei conventi e delle abbazie per essere tradotte e giungere sino ai nostri giorni.

 

Ma, da letterato calato nel mondo del lavoro e nella vita di tutti i giorni, Coluccio Salutati seppe caratterizzarsi per un'intuizione di cui tutti, non sapendolo, fruiamo. I caratteri minuscoli che noi usiamo oggi, anche quelli che sto usando io adesso, sono frutto di un'elaborazione di Coluccio, che seppe modificare in chiave moderna la cosiddetta 'minuscola carolina'. Prima di allora, era in uso la grafia gotica, piena di curve e svolazzi e di difficile comprensione. La sua gioia di creatività letteraria è infine dimostrata nella sua opera maggiore, l'Epistolario, pietra miliare dell'umanesimo italiano.


Di Coluccio Salutati, vogliamo indicare un libro che ben lo illustri, un luogo legato alla sua memoria e un lascito alle future generazioni.
LIBRO: L'Umanesimo italiano del professor Eugenio Garin, editore Laterza, Bari, 2000.
LUOGO: Palazzo Salutati, in piazza Peruzzi a Firenze. Il palazzo, ristrutturato nel '600, fu acquistato dalla famiglia Salutati e qui si tenne il funerale di Coluccio, prima della sua sepoltura in santa Croce.
LASCITO: Senza dubbio la minuscola umanistica. Ogni giorno tutti noi usiamo una parte del suo ingegno.

 
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11/1/2016 - 22:53

AUTORE:
Bruna Rossi

Grazie infinite a Giancarlo Fioretti di aver ricordato un personaggio come Coluccio Salutati!
Vorrei così aggiungere anch'io qualche notizia, tratta dal mio libro "A.Merica: il regno di Venere":

"Nel 1370 Coluccio ottenne un incarico presso le Riformagioni di Lucca. Egli infatti, intorno al 1351, aveva fatto ritorno con i fratelli e le sorelle a Stignano, nella sua Valdinievole, anche se l’attività di notaio lo portò a brevi soggiorni a Vellano, a Todi, a Montecatini e a Roma, come consigliere del segretario pontificio.
Nel 1375 Coluccio divenne Cancelliere della Repubblica di Firenze, ma non tradì la sua terra d’origine: tra il 1379-’80 chiese ed ottenne di divenire cittadino di Pescia, dove già viveva un ramo collaterale della famiglia (un Leonardo Salutati fu vescovo di Fiesole).
A Pescia il Salutati acquistò casa e sposò in seconde nozze Piera di Simone di Puccino Riccomi (la quale discendeva appunto dai Salutati di Pescia), che gli diede altri nove figli, oltre al primo, Piero, che Coluccio aveva avuto da un precedente matrimonio con Caterina di Tomeo di Balducci.
E’ importante notare come, nonostante la prestigiosa carica già rivestita a Firenze, Coluccio avesse preferito porre la sua dimora a Pescia, cittadina vicina al suo paese di nascita, ma ben più vivace dal punto di vista degli studi eruditi e dei rapporti culturali.
Lì si trovava anche la famiglia Ammannati: il piccolo Iacopo (Ammannati Piccolomini) nacque infatti a Villa Basilica nel 1422. Fece i suoi primi studi a Pescia, dove fu anche chierico. Era destinato a divenire un grande cultore delle lettere classiche, cardinale e segretario apostolico del papa.
La profonda cultura del Salutati e le sue capacità di governo furono presto note a tutti e contribuirono all’espansione della repubblica fiorentina. Le sue missive ufficiali lo resero famoso e temuto, perché rivolte a contrastare ogni ideologia e politica che si servissero della tirannia, compresa quella pontificia, augurando una evoluzione morale della società.
(...) fu lui, nel 1397, a far giungere a Firenze, da Costantinopoli, il nobile Emanuele Crisolora, della famiglia del Paleologi, considerato il più grande esperto di greco antico, al quale affidò la prima cattedra di grammatica e letteratura greca all’Università fiorentina, riportando in Occidente la passione per lo studio dei classici. Con Coluccio e il Crisolora ebbe inizio l’umanesimo e si avviò la ricerca dei più importanti testi della cultura greca.
Molti codici giunsero a Firenze in quel periodo, anche se è opinione comune che la sapienza orientale vi approdasse soltanto a partire dal concilio del 1439!
Dei trattati di cosmologia di Claudio Tolomeo, ad esempio, si conoscevano allora unicamente le traduzioni latine, che risultavano però incomplete rispetto a quelle greche, che erano ampiamente corredate di carte e mappe sconosciute in Occidente.
(...) Il Crisolora iniziò a Firenze la traduzione dal greco della Geografia di Tolomeo, nella quale erano contenuti importanti concetti relativi all’astronomia, alla rappresentazione e misurazione della Terra e alla determinazione della latitudine e longitudine, nonché le tecniche di proiezione cartografica.
(...) Queste notizie servono anche a sostenere l’ipotesi di un interesse profondo di Coluccio Salutati per gli studi geografici e per i viaggi.
La sua biblioteca personale era fra le più importanti del suo tempo, ricchissima di testi antichi e rari. Nei suoi scritti egli cita infatti anche il Timeo di Platone, ovvero l’opera in cui il filosofo greco descrive la civiltà di Atlantide.
(...) Se Boccaccio, negli ultimi anni della sua vita, aveva riunito a Certaldo un circolo di intellettuali assetati di conoscenza, mi piacerebbe pensare che anche in Valdinievole, intorno a Pescia, si fosse creato, come nel convento di S. Spirito a Firenze, un cenacolo di appassionati eruditi legati dal medesimo amore per gli studi umanistici, ma soprattutto dal desiderio di recuperare quelle conoscenze geografiche, astronomiche ed astrologiche che avrebbero portato, più tardi, alla ri-scoperta ufficiale del continente americano. Si potrebbe dire, senza timore di sbagliare, che il vero sogno americano affondi le proprie radici all’interno di quella intellighenzia che si era raccolta intorno a Coluccio Salutati.
Lo stesso Boccaccio doveva aver frequentato i castelli della Valdinievole, magari come ospite eccellente di Coluccio.
Egli dimostra di conoscere molto bene le colline tra Pescia e Stignano, forse per averle visitate insieme all’amico: infatti descrive uno dei suoi torrenti, oggi poco più che un rigagnolo: si tratta del Rio Cerretorio, o Rio d’Uzzano, posto nel trattato dei fiumi miracolosi, -perciocché nelle gran piogge i sassi che scendono precipitosamente urtandosi insieme tramandano faville, vedendosi calare da detto Rio fuoco, e acqua appresso.-"

Se queste notizie sono facilmente reperibili, forse non sapete che nello stesso periodo si era sposato a Pescia anche Amerigo Vespucci (nonno!) e che molti libri del Salutati, alla sua morte (1406), passarono alla famiglia Vespucci...

10/1/2016 - 23:56

AUTORE:
Armando

Ottima iniziativa e spero che ne seguano tante altre. Grazie

10/1/2016 - 18:21

AUTORE:
Torre

Sig.Fioretti le do atto che la sua rievocazione è storicamente attendibile ma,per essere preciso,la dovrei correggere quando parla di Coluccio Salutati nelle vesti di cancelliere di alcune città importanti citando Todi(e qui ci siamo)Lucca e "soprattutto" Firenze.

A me risulta che nel XIV secolo le cose andarono diversamente fino alla morte di Castruccio Castracani (1328) che fu il solo che sconfisse i fiorentini quando e come volle,quindi Lucca non solo era importante ma era di fatto la più potente città Toscana,anche se lei cita il 1374 ossia 46 anni dalla sua morte non è di certo paragonabile almeno a Todi.

10/1/2016 - 17:51

AUTORE:
andrea f.

Mi chiedevo da sempre chi fosse tal Coluccio Salutati a cui è intitolato il nostro liceo scientifico . Adesso lo so , grazie a questo ottimo scritto del dott Fioretti , capace di unire correttezza storica e fluidità letteraria . Grazie! Attendo con fiducia i prossimi personaggi.