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MONTECATINI
Nomadi di fronte al Duomo a chiedere l'elemosina: cresce la polemica

20/4/2011 - 8:19

MONTECATINI - Cresce la polemica per la presenza dei nomadi di fronte al sagrato della chiesa di Santa Maria Assunta, dove stazionano tutto il giorno per chiedere l'elemosina ai passanti e ai fedeli. Il parroco della basilica don Mario Avella nei giorni scorsi in una intervista al Tirreno aveva lanciato un appello ai cittadini perchè non dessero più le elemosine agli stranieri. "Così si fa solo il loro male - aveva detto don Mario - I fedeli si impegnino piuttosto a trovargli un posto di lavoro».

Adesso su questo argomento c'è da registrare una presa di posizione della Caritas di Pescia.

«L’esempio del pesce e dell’insegnare a pescare - scrive la Caritas - è sicuramente una metafora importante, anche se tralascia un aspetto (quello della relazione con la persona che vive il disagio) che è colonna portante dell’operato Caritas. Vogliamo puntualizzare un aspetto: le attività della mensa, come don Mario ha ben asserito, puntano ad affiancare le persone costruendo percorsi di re-inclusione sociale: Caritas è uno stile, non mero assistenzialismo. Lo stile è relazionale, fatto di passi in avanti ed a ritroso, ma sempre a fianco della persona che vive il disagio, la quale collabora prendendosi i piccoli impegni che questo percorso contempla».

 

«Don Mario è parroco a Montecatini da pochi anni - continua la nota - per cui non conosce forse a pieno l’operato della mensa negli anni. Per quanto riguarda accogliere persone di etnia rom, è stata tenuta la stessa linea: accoglienza, relazione, prospettiva futura di una vita come viene intesa "normalmente" (cioè casa, lavoro, reddito). Nel tempo, ogni tentativo di intervenire favorendo questa inclusione è stato respinto dagli stessi interessati, con svariate motivazioni. Ma ad ognuno di coloro che ha mangiato alla mensa è stato detto che in qualsiasi momento avessero voglia di cambiare "stile", gli sarebbe stato possibile ritornare al Centro ascolto per cominciare un nuovo cammino».

Nell'articolo pubblicato domenica scorsa dal Tirreno don Mario aveva detto tra l'altro: «Ho parlato spesso anche con la rom più anziana, che in qualche modo li rappresenta, per convincerla a smettere e a pensare che il denaro va guadagnato - aggiunge Don Mario - bisogna aiutarli a recuperare la loro dignità. Ma anche alla mensa non gli danno il pasto, perché dicono che i Rom creano confusione, portano scompiglio, pretendono cibi particolari. Ma di fondo manca la pazienza di educarli e di stargli dietro».

Secondo don Mario, poi «vanno riaperti i bagni pubblici della piazza perché il sagrato della Chiesa e le siepi sono diventati il bagno all’aperto non solo di zingari, ma anche di persone che lavorano in piazza. Ci vorrebbe da parte di tutti maggiore rispetto nei confronti della Chiesa, sia come istituzione che come struttura».«Non sono cinico e non penso come tanti che non c’è nulla da fare con gli zingari - conclude Don Mario - se ci impegniamo tutti a farli uscire dal loro stato di emarginazione qualcosa può cambiare. Abbiamo a modello Spagna e Francia dove migliaia di rumeni sono riusciti ad inserirsi nel mondo del lavoro. Fermare questo cambio generazionale di nomadi che si scambiano il posto di lavoro dell’accattonaggio, come se si trattasse di un qualsiasi posto in fabbrica, è un nostro dovere civico e cattolico».

 
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21/4/2011 - 10:24

AUTORE:
Bossi

dobbiamo/vogliamo chiamare Bossi a risolvere il problema???

20/4/2011 - 23:47

AUTORE:
Mario

Coscienza oppure no è ora di toglierli di li. Siamo una città che campa di turismo, con le buone o con le cattive certa gente deve essere allontanata. Fossimo al Ponte oppure al Borgo ci potrebbe anche stare, il danno sarebbe relativo. Ma per noi che sulla bellezza del territorio, sull'ospitalità e sulla pulizia e il decoro delle strade dovremmo puntare, questa gente non ci fa davvero bene...

20/4/2011 - 19:12

AUTORE:
chierichetto

Sarei anch'io contento di essere capace di procurare un lavoro ad un bisognoso,ma forse don Mario non si è reso bene conto del momento che attraversiamo.Tanti italiani,giovani,capaci,ben preparati non trovano un occupazione e come facciamo con gente che spesso non sa esprimersi nemmeno in italiano?
Bisognerebbe creare un percorso capace di formare persone da inserire stabilmente nel mondo del lavoro,quindi capaci di capire,con qualche abilità, che sia disposto all'inserimento (e cò mi duole dirlo non è sempre vero) ed in questo percorso don Mario può cominciare,visto che ha tanti locali disponibili e persone di cuore vogliose di vivere la Carità Cristiana. Però la mia libertà di fare un elemosina ,per favore, me la lasci.

20/4/2011 - 13:32

AUTORE:
dovere

Dire che mi meraviglio è dire poco.Ma come è possibile che i cristiani di montecatini si disinteressino di un argomento così, sul quale è intervenuta anche la Caritas di Pescia?Ma le persone che frequentano la chiesa dove sono?E perchè non si fanno sentire?Credo che sia ,oltretutto,un loro dovere.