Virtus Bologna – Estra Pistoia 57-67.
A.S. Estra Pistoia Basket 2000 annuncia di aver perfezionato l’accordo, fino al prossimo 30 giugno, con il pivot Derek Cooke Jr. Il giocatore indosserà la maglia numero 10.
Ultime gare del 2024 per i podisti della Silvano Fedi, che hanno chiuso l’anno con 131 successi e una valanga di ottimi piazzamenti.
E’ tempo di presentazione del responsabile delle relazioni esterne di Estra Pistoia Baskt, Dario Baldassarri che già fa parte del consiglio d’amministrazione del club.
Acqua dell'Elba Nico Basket - Green Le Mura Spring 63-51
Tutto pronto per la seconda tappa della NextGen Cup 2025 che vedrà impegnata, dal 2 al 4 gennaio, l’Estra Pistoia Basket con la compagine Under19 Eccellenza guidata da coach Eduardo Perrotta che torna in campo con la volontà di tentare l’impresa.
In un rush finale vietato ai deboli di cuore, l’Estra Pistoia Basket annusa l’opportunità di tornare alla vittoria grazie a 7′ nell’ultimo periodo di grande intensità in casa della neo co-capolista del campionato.
Il ritrovo della gara è fissato per le ore 13 in Piazza Serafina Nesti di Caserana dove alle ore 14,30 prenderà il via il primo concorrente a seguire poi ogni 30’’ gli altri concorrenti.
I corsi sono rivolti ai principianti, sono pomeridiani e non hanno una durata definita.
"Raccontami un libro", di Ilaria Cecchi
L'ex consigliere comunale Roberto Daghini ci invia questa sua ricerca storica, che pubblichiamo in occasione della Giornata della memoria.
"Il 27 gennaio è un giorno importante, in tutta Europa, si commemora la deportazione e lo sterminio degli ebrei. Anche la provincia di Pistoia, fu interessata da deportazioni di cittadini di fede ebraica.
Il maggiore rastrellamento fu effettuato nel dicembre 1943 e gennaio 1944. Il territorio della Valdinievole fu quello maggiormente interessato. I rastrellamenti furono operati dalle SS tedesche e anche da italiani.
Serravalle fu scelto come uno dei punti di raccolta per la deportazione. Qui avvenne l’arresto della famiglia Cittone, che emigrata da Livorno aveva trovato rifugio in paese. Il nucleo si componeva di sette persone. Di questi a guerra finita solo la figlia Sol, riuscirà a tornare a Livorno e poi emigrare in Israele.
A effettuare il loro arresto fu il maresciallo dei carabinieri Luigi Cellai, su ordine del capo della provincia. Nuovi documenti, reperiti presso l’archivio dell’arma dei carabinieri, permettono oggi di conoscere molti dettagli sconosciuti, e di chiarire in parte la tragica vicenda.
Luigi Cellai, fu comandante della stazione di Serravalle dal 1941 al 1945. Fu tra gli esecutori italiani del rastrellamento degli ebrei in Valdinievole, di cui le famiglie Cittone e Benicar.
Dalla sua scheda di servizio si legge; nato a Figline Valdarno (Fi), l'11 ottobre 1904, figlio di Zelindo e Ermini Letizia, ivi residenti. Coniugato, con Assunta Salvini il 12 dicembre 1936. Volontario della legione carabinieri in Roma, dove come allievo ufficiale dal luglio 1923, frequenta la scuola marescialli.
Entra in servizio attivo dal 1926. Dal 4 novembre 1940, fu inviato in Albania, ivi rimasto in stato di guerra fino 28 ottobre 1940. Al rientro in Italia, fu inquadrato nella 2° divisione “Podgora” e viene trasferito a Serravalle, dove gli fu affidato il comando della locale caserma. Dal 1941, prende la residenza, con alloggio in via S. Lodovico.
Secondo una relazione inviata 28 febbraio 1948, alla sede del comando, per richiesta di informazioni sul periodo dell’attività bellica, risulta in data 8 settembre 1943, la stazione oltre al Cellai vi erano i seguenti carabinieri: Dino Cesari, Giovanni Degli Innocenti, Bruno Pagni, Pietro Vezzosi, Dante Canzani, Giuseppe Rotondi, Virgilio Manetti, e Francesco Barbiabianca. Il documento continua dicendo; la stazione fu occupata dai tedeschi, che asportarono tutto il materiale e mobilio presente e per questo motivo tutti i carabinieri si dovettero nascondere compreso il Cellai che in data 1° maggio 1944, si era rifugiato in località “Cagnano”, presso l’abitazione di Domenico Traversali, la sede riprese a funzionare il 24settembre 1944, con al comando ancora il Cellai. La relazione continua, dicendo che nessun carabiniere fu ucciso o ferito.
Nel territorio circostante, indica che tra la popolazione locale non ci furono morti e feriti. Il documento è firmato dal maresciallo capo Arturo Benelda.
Il Cellai, a fine 1944, fu poi trasferito a Firenze, dove è deceduto l’8 agosto 1946".